mercoledì 16 giugno 2010

BLOOD DIAMOND

(Di Edward Zwick, 2006)

L’Africa non è i mondiali di calcio. Non solo. Il continente nero è devastato da piaghe che tutti conosciamo: fame, guerre civili, sfruttamento delle risorse da parte dell’occidente, dittature, violenza, bambini soldato. Edward Zwick con il suo Blood Diamond punta i riflettori sull'industria dei diamanti e proprio sul fenomeno dei bambini soldato.
Danny Archer, interpretato da un ottimo e scolpito Leonardo Di Caprio, è un trafficone ed esperto nel campo dei diamanti. Solomon Vandy un pescatore prigioniero dell’esercito ribelle, il RUF, che porta avanti la guerra civile in Sierra Leone. Jennifer Connelly interpreta la giornalista d’assalto Maddy Bowen.
Ognuno di questi personaggi lotta per i propri scopi. Archer per un raro diamante rosa di inusitata grandezza. La Bowen per i suoi ideali e per un articolo che possa cambiare le cose. Solomon Vandy per riavere la sua famiglia e per sottrarre suo figlio, arruolato come soldato, ai ribelli del RUF.
Il film si dipana come un ottimo film d’azione impreziosito da una serie di spunti che faranno riflettere gli spettatori.
A posteriori, sui contenuti di questo film si possono fare alcune considerazioni. Il fatto che in Africa una pietra valga più di una vita, per gli speculatori africani come per gli industriali occidentali, può non rivelarsi una sorpresa. C’è però un’affermazione presente nel film che mi ha colpito. Quante volte ci è capitato di guardare una vetrina e di ammirare un anello o un qualsiasi gioiello con un diamante? Un gesto per noi tutto sommato normale, al quale diamo pochissima importanza. Quante volte ci è venuto in mente che dietro a quella pietra potrebbe esserci una vita spezzata? O due? O ancora di più. Personalmente non avevo mai pensato ai diamanti in questi termini.


Blood Diamond riesce a mostrarci questo ed altri aspetti del continente nero senza essere troppo retorico o moralista, le vicende dei tre protagonisti vanno a costruire una trama interessante e appassionante che non annoia considerata anche la lunghezza del film (138 min.).
Gli attori sono in parte, bravissimo Djimon Hounsou (Solomon), la fotografia ci restituisce un’Africa di un verde lussureggiante, il ritmo è ottimo, le tematiche importanti. Un film Hollywoodiano che si tiene lontano dalle situazioni a effetto esagerate decisamente ben riuscito.

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