sabato 9 febbraio 2013

DJANGO UNCHAINED

(di Quentin Tarantino, 2012)

Forse a qualcuno il cinema di Quentin Tarantino può non piacere, non riesco a capire come questo sia possibile ma nondimeno ritengo che possa succedere. In fondo è sempre questioni di gusti e si sa, non tutti i gusti sono alla menta, come disse il gatto leccandosi sotto la coda.

Dice anche qualcuno che il buon Quinto copia, non è originale e sfrutta il lavoro degli altri, guarda ad altri generi, pesca in altre epoche cinematografiche, fa suonare cose già suonate e via discorrendo.

Questa non è una questione di punti di vista, una cosa sulla quale si possano esprimere giudizi soggettivi. Questa è una pura e semplice bugia. Falsità. Guardiamola dal punto di vista opposto. Non pensiamo per un momento al Tarantino ruba/Tarantino omaggia/Tarantino non ruba, etc...

Ribaltiamo la questione. Esiste qualcosa come il cinema di Quentin Tarantino?
No, non esiste (e se esiste ditemelo che me lo vado a recuperare subito).

In qualsiasi film di Tarantino si possono trovare innumerevoli citazioni, omaggi, strizzate d'occhio e chiamatele come vi pare. Sempre dichiarate, mai nascoste, che poi quando si ruba non lo si fa alla luce del sole. Chissà quanti altri registi, blasonati o meno, hanno attinto di qua e di là magari standosene zitti zittini e nessuno a dire bah.

Ma una volta che questi ingredienti (chiamiamoli così) sono stati impastati dalle mani del sempre più gordo regista, il risultato che ne vien fuori è qualcosa che trasuda una personalità immensa e unica, altro che copie sbiadite o meno, una narrazione tosta e divertente allo stesso tempo come nessuno è in grado di fare. Non parlo in termini assoluti, ci sono registi che possono piacere anche di più ma in modo diverso. Sono registi che non giocano nello stesso campo da gioco, ne nello stesso campionato e nemmeno nello stesso sport.

In questo sport c'è Tarantino. E adesso c'è anche Django Unchained. Come al solito i punti di forza del cinema di Tarantino sono ben presenti. Ottimo cast, citazioni a go go (che non vuol dire copiare...), dialoghi stratosferici, mix calibratissimo di dramma e momenti altamente divertenti, iperviolenza quasi grottesca ma mai oltre i limiti del sopportabile e tanta, grandiosa personalità e tanta straripante e divertita passione.

Per una volta l'andamento della storia è classico, svolgimento lineare, pochi flashback, nessun montaggio impazzito. La vicenda è semplice, ambientata nel 1858 negli stati del sud degli U.S.A. vede l'ormai ex schiavo negro Django (Jamie Foxx) e il cacciatore di taglie tedesco King Schulz (Christoph Waltz) formare una strana coppia di avventurieri, in cerca di taglie prima e al salvataggio della moglie di Django poi, venduta come schiava al proprietario terriero Calvin Candie (Leonardo Di Caprio). Non mi dilungo oltre sulla trama visto che al solito giungo buon ultimo e ormai ne ha parlato anche chi il film non l'ha visto.



Il film alterna momenti epici a smargiassate divertenti, violenza esagerata e sopra le righe a momenti di puro dolore. Incomprensibili le critiche mosse al film riguardo alla questione della schiavitù nei confronti del popolo nero. Il film sta palesemente dalla parte giusta, da quella degli oppressi, le crudeltà sopportate dagli schiavi sono mostrate in maniera rispettosa e toccante soprattutto in quelle scene dove tutto è lasciato all'intuito dello spettatore, le scene davvero dure non sono imbrattate di sangue. Sangue che invece cola copioso a ettolitri durante sparatorie ai limiti del grottesco, uno dei contrasti che fa girare il film così bene. Contrasto vincente anche quello tra il serio Django (la D non si pronuncia) e il gigione Schulz, una prova d'attore ancora una volta impeccabile da parte dell'ottimo Waltz. Gigantesco anche Di Caprio, ormai il meglio che offre la piazza. Tra le comparsate dello stesso Quinto, di Franco Nero, di Don Johnson e di una serie di volti noti posto d'onore per un irriconoscibile Samuel L. Jackson, odioso negro oppressore di negri.

Poi c'è il piacere del western al cinema, piacere per me mai provato prima. Non sono tempi felici per il genere e quindi non mi era capitato ancora di immergermi in questi panorami su grande schermo. Vedere la coppia di pards cavalcare tra la neve è un'emozione che riporta alla mente Il grande silenzio, Corvo rosso e cose del genere. Impagabile. E non dico nulla sulla sequenza finale, una di quelle che ti fanno uscire dalla sala con un sorriso beota stampato in faccia.

Quentin solitamente si fa aspettare, però ne vale sempre la pena.

10 commenti:

  1. Il film mi è piaciuto molto, ma ho come l'impressione che Tarantino,che resta un cineasta strepitoso, abbia esaurito la vena iconoclasta delle prime pellicole.

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    1. Secondo me sta solo cambiando un po' rotta, come è naturale che sia dopo tanti anni di onorato servizio, senza perdere però una briciola di passione e sano divertimento in quel che fa. Per ora direi avanti così :)

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  2. Grandissimo film, io invece l'ho trovato senza dubbio una delle sue cose migliori.
    Dramma ed ironia. E fiumi di sangue. Una bomba.

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    1. Grandissimo film, concordo. Faccio un po' fatica a paragonare, che so, Le iene o Pulp Fiction a queste ultime uscite del regista, sempre grandissimo. Poi un western moderno di questa caratura, davvero una bomba.

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  3. Adoro Tarantino..mi piace l'atmosfera dei suoi film e i colori, così particolari..e la caratterizzazione dei personaggi, le trame, gli intrecci..tutto..questo film non l'ho ancora visto..ma sono davvero curiosa, proprio perché ho come la sensazione che sia qualcosa di "diverso"..
    Buona giornata :)

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  4. parole sante.
    e cavolacci di chi invece dei gusti alla menta, ha dei gusti alla mer..
    :D

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    1. Leggendo il tuo post (moderato, per carità) in commento al film sospettavo che saresti stato d'accordo :)

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  5. Ciao firma! Mi fa piacere ti sia piaciuto il film :) Io ho scritto un post dove esprimo quello che penso sulla pellicola ed elenco le citazioni da me notate durante la visione del film ;)

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