martedì 7 giugno 2016

LA GEMMA DI KAIBURR

(Splinter of the mind's eye di Alan Dean Foster, 1978)

La lettura de La gemma di Kaiburr è stata per me un esperimento nato diciamo da una doppia esigenza (o meglio curiosità) palesatasi nei primi giorni di questo 2016. Sono qui a parlarvene ora, a Giugno inoltrato, a dimostrazione che l'esperimento è stato un fallimento totale su entrambi i fronti.

L'esigenza/curiosità numero uno era quella di provare un programma per la lettura digitale (io ho usato Calibre) per vedere un poco l'effetto che mi avrebbe fatto l'uso dello stesso e la lettura su PC (terribile, la sconsiglio vivamente). È andata molto male, posizione scomoda, lettura a video fastidiosa, nessun reale vantaggio nell'utilizzo della tecnologia. Non mi veniva nessuna voglia, giorno dopo giorno, di riprendere in mano (non potevo) il libro digitale.

La scarsa voglia di proseguire con La gemma di Kaiburr, che ripeto iniziai a leggere già a Gennaio, è stata alimentata anche dalla qualità assai scarsa della proposta. Ma perché scegliere proprio La gemma di Kaiburr per testare la lettura attraverso Calibre?

Sarà stupido o quel che vi pare ma anche io come molti altri cedetti alla scimmia di Star Wars in seguito al battage pubblicitario imbastito da Disney per l'uscita de Il risveglio della Forza. Dopo aver rivisto le prime due trilogie ed essermi divertito come un pazzo con l'ultimo film ne volevo ancora e ancora e ancora. Eh si, mi han preso per il naso ma che volete farci? La carne è debole!

Così, un po' con la scusa di mia figlia (i film sugli Ewoks), un po' con quella dell'esperimento digitale, mi sono buttato sull'universo espanso partendo dal primo libro dedicato ai personaggi della saga, questo La gemma di Kaiburr.

Il libro è una porcheria, non c'è da girarci intorno. L'autore Alan Dean Foster ha all'attivo parecchi libri di genere fantascientifico, non so dirvi se sia uno scrittore veramente mediocre o abbia preso al volo questa occasione per piazzare un'opera puramente alimentare per rimpinguare il suo conto in banca. In più il lavoro della traduttrice Ursula Olmini Soergel (che avrebbe meritato di passare un paio d'ore in compagnia di Darth Vader) sarebbe eufemistico definirlo pessimo. Strafalcioni grammaticali, costruzione pessima delle frasi, sporadici errori di battitura e in generale una resa linguistica terribile e dilettantesca. Inspiegabili poi le scelte di rendere i nomi dei due droidi come Artoo e See Threepio, ma dico, scherziamo?

Guardate, sono sincero, io ho tantissimi difetti, tra questi sicuramente c'è quello di non credere abbastanza nelle mie capacità, ma mi butto giù veramente tanto, da solo, tra i miei difetti giuro e giuro che non c'è l'arroganza. Questo per dirvi che il libro l'avrei scritto sicuramente meglio di quanto ha fatto l'autore e probabilmente, pur non conoscendo benissimo l'inglese, l'avrei pure tradotto meglio. Cose che tra l'altro avrebbero fatto meglio anche mia figlia di dieci anni e il mio falegname con trenta euro.

Il succo: dopo gli avvenimenti narrati in Una nuova speranza la principessa Leia e Luke Skywalker, accompagnati dai due droidi, partono per una missione diplomatica alla volta di Circarpous IV. Causa problemi atmosferici (più o meno) i nostri precipitano sul pianeta Mimban occupato dall'impero e abitato da strane creature e bizzarre popolazioni. Nel corso dell'avventura il gruppo incontrerà la vecchia Halla che farà vedere a Luke un frammento di una mitologica gemma in grado di accrescere la Forza.

La storia in sé non ha nulla di memorabile, se non fosse scritta in maniera pessima sarebbe un episodio apocrifo buono per intrattenere i fan della saga di Star Wars senza concedere grandi emozioni. Il lato positivo poteva essere il fatto di avere tra le mani personaggi e situazioni talmente forti di loro da garantire al lettore una visione molto nitida nella propria mente di quello che accade sulla pagina scritta. Questo aspetto funziona, si riesce a immaginare il mondo di Mimban, sembra di sentir parlare 3PO con la sua voce inconfondibile e via discorrendo, e questo sarebbe già un gran valore aggiunto a una narrazione di per sé abbastanza piatta. Peccato che ogni due pagine ti cadano le braccia per la scarsa qualità della scrittura.

Dopo aver provato questo libro, i film sugli Ewoks e diversi minuti dei cartoni animati dedicati a 3PO e R2-D2, considerato che la scimmia si è sgonfiata non poco, forse è il caso di accantonare questo universo espanso, almeno per il momento.

6 commenti:

  1. Capisco la delusione finale.
    Anche a me, l'universo espanso, ha fatto lo stesso effetto...

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    1. Per il poco che ho potuto vedere io il tutto mi sembra deboluccio assai.

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  2. questo non fa parte dell'universo espanso! Almeno non come lo conosciamo oggi (vabbè fino ad un lustro fa!) noi

    Era il "piano b" in caso il primo SW non avesse avuto il successo sperato ed era a tutti gli effetti la sceneggiatura di un sequel a basso costo!

    leggi qua per esempio: https://doppiaggiitalioti.wordpress.com/2014/04/08/tutte-le-curiosita-sul-doppiaggio-della-vecchia-saga-di-guerre-stellari/

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    1. Ciao Andrea, io mi sono basato un po' sui prodotti che wikipedia (sia italiana che in inglese) citava come Universo espanso e ci rientrava anche La gemma di Kaiburr. Poi so che Disney ha apportato ulteriori modifiche al canone di Star Wars facendo finire molto materiale sotto l'etichetta Legends, etc., etc... Diciamo che poi a me poco importa i vari prodotti come vengano considerati o dove vengano collocati.

      Mi importa invece della loro qualità, qui veramente scarsa.

      Tutta la faccenda della sceneggiatura la conoscevo già, ciò ai miei occhi non giustifica la scarsa professionalità messa nella cura di un libro che immagino diverse persone abbiano pagato per avere.

      Per fortuna non è diventato un film :)

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  3. Aland Dean Foster è noto soprattutto per le sue trasposizioni romanzate ("ramo" tra l'altro molto prolifico, a quanto mi è parso di capire). Di romanzi suoi ne ha scritti pochissimi. Per lo più ha si è inventato cose per i "brand" di Star Wars, Alien e addirittura Transformers. Non è propriamente uno scrittorone, insomma.
    In generale le trasposizioni letterarie (e le opere derivate in generale) non mi hanno mai fatto impazzire. Ho letto solo qualcosina si Star Trek, ma giusto perché era scritta da gente come Joe Haldeman e Greg Bear (ma credo di aver letto anche qualcosa di Peter David).

    Discorso a parte meriterebbe invece la lettura "digitale". Ci ho provato in tutte le salse, ma c'è poco da fare. Di sicuro non sul monitor di un PC. Un anno e mezzo fa ho regalato a mia madre il kindle, quello più economico. Lei mi ringrazia ancora oggi per il regalo, mentre io l'ho provato ma non credo di esserci tagliato. Qualcosina ho letto, a dire il vero (girando parecchio in metro, applicazioni come UB Reader possono tornare molto utili, ammesso che lo schermo del tuo telefono non sia proprio piccolissimo), ma in generale se è roba a cui tengo, cerco di recuperarla su carta.

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    1. Noi abbiamo provato Calibre un po' per curiosità, un po' perché mia moglie aveva necessità di dare un'occhiata a libri digitali e tipi di formato per questioni di lavoro. A questo ovviamente preferisco i pdf o qualsiasi formato sia trasportabile sul tablet che almeno per la lettura è più comodo. Comunque la lettura digitale non mi affascina.

      Alan Dean Foster non è propriamente uno scrittorone, faccio però fatica a pensare anche solamente che sia uno scrittore, perché allora potremmo esserlo un po' tutti :)

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