martedì 24 maggio 2016

VITA DI WALT DISNEY

(The animated man: a life of Walt Disney di Michael Barrier, 2007)

Vita di Walt Disney non è un'agiografia del creatore di Topolino & Co, questo (insieme ad altri) è il più grande pregio di un libro che conferma quanta qualità la collana Lapilli Giganti di Tunué abbia portato sul mercato italiano.

Il libro di Michael Barrier, apprezzato storico americano di fumetto e animazione, ci presenta la vita di Walt Disney, quella professionale più che quella privata, senza avere la tendenza e lo scopo di mitizzare il personaggio pubblico che tra queste pagine rimane sempre persona, con tutti i suoi pregi, il suo genio, i suoi sogni e le sue idee, ma anche con tutti i suoi difetti, le sue intemperanze e le sue mancanze.

Come tutte le biografie che si rispettino non possono mancare i cenni all'infanzia del protagonista, alla famiglia d'origine, ai luoghi dei primi anni di vita. Ma è la nascita della figura professionale ad interessare Barrier e il lettore, lo sviluppo e la crescita di un artista che non è mai stato un disegnatore impeccabile e quella dell'uomo d'affari caparbio e innamorato dei propri sogni, capace di partire da zero e creare un piccolo impero pur navigando a vista tra mille difficoltà.

E la storia di Walt Disney è anche la storia di suo fratello Roy, figura indispensabile per la crescita dell'attività di famiglia, ed è la storia di un gruppo di persone e di un'azienda che è riuscita a ritagliarsi un posto al sole nella storia del cinema americano d'animazione.

Ma Disney, oltre che genio, era anche un personaggio scomodo, brillante ma con forti manie di controllo, appassionato ma anche capace di comportamenti mutevoli e grandi perdite di interesse verso taluni aspetti della sua attività, creatore di sogni ma spesso troppo concentrato su se stesso. Oltre a trattegiarne il carattere, Barrier costruisce un testo meraviglioso nell'esplicare le varie fasi della carriera di Disney, partendo dalle primissime animazioni, dalle intuizioni sulla tecnica mista delle Alice Comedies alla creazione di Mickey Mouse, dai primi lungometraggi di successo alle successive battute d'arresto, e poi ancora l'interesse per i film in live action, quello per i diorami e le miniature, la passione per i treni, la crescita dell'azienda fino ad arrivare alla creazione del mondo ideale di Walt, la famosa Disneyland. E ancora oltre.


In mezzo a tutto questo, interventi, interviste, documenti di tutta una serie di collaboratori e amici che Disney l'hanno conosciuto da vicino, una serie di testimonianze che integrano una scrittura piacevole e discorsiva su una vita, su un'epoca e sulla nascita di un mito che ancora oggi intrattiene con successo milioni di adulti e bambini.

L'unico aspetto a essere trattato marginalmente (quasi per niente) è quello dei prodotti a fumetti dei personaggi di proprietà Disney, compensato però da tanta, tanta animazione e parecchio cinema. È la storia di Walt e non della Disney, ci si ferma quindi con gli anni '60 e con la morte del protagonista, nel corso dei decenni Barrier insegue più che la produzione di un'azienda i sogni e gli interessi del suo fondatore, sogni che non sempre collimavano con tutto quello che noi spettatori abbiamo avuto modo di ammirare nel corso degli anni.

Un libro assolutamente da avere per ogni amante della produzione Disney.

2 commenti:

  1. Nel 1978 ero già intossicato irrimediabilmente dai comics e, sebbene avessi solo 10 anni , vendendo organi che avevo e consideravo non fondamentali, misi insieme i soldi ( le lire ndr per chi è della Generazione Euro ) x comperare diversi volumi della Mondadori con le strisce di Topolino e Paperino ed una bio di Walt Disney a firma Chris Finch che credo sia stata anche ristampata. Non proprio una agiografia, ma nemmeno un libello. Ricordo le lettere che il giovane Walt spediva dal fronte ( WWI ) europeo dove guidava ambulanze tutte istoriate di disegnini e la querelle sui diritti di Oswald The Rabbit , ovvero il proto Topo.
    Ero un bimbo attento alle parole e non dicevo le parolacce e così rimasi colpitissimo dal fatto che Diz avesse licenziato un collaboratore xchè lo aveva sorpreso mentre definiva Mickey Mouse " quel piccolo str..." .
    Ero un cucciolo che scopriva allora i robottoni di Go Nagai in tv ed i romanzi con Nero Wolfe nei Gialli Mondadori, istanze culturali pop che si sommavano ai quattordicinali Corno e ai mensili Cenisio che erano la mia dieta da tempo. Non avevo gli strumenti x capire se fosse giusto mettere alla porta un tizio solo xchè non gli piaceva un sorcio con i pantaloncini e la vocina, ma passai del tempo chiedendomi che fine avesse fatto. Era riuscito a trovare un altro lavoro ? Esisteva una sorta di " avviso ai naviganti " x cui quando Diz diceva pollice verso era così anche x tutti gli altri che facevano i cartoni animati ?
    Questa cosa è rimasta come un rumore di fondo mentre crescevo ed invecchiavo e ricordo che persino durante la luna di miele nel 2005 a Nuova York di fronte ad un gioco tipo Monopoli con Don Trump che dice You're Fired ! ripensai a Tizio buttato fuori dalla Disney.

    Una idea x la Shockdom o editore similare nel caso Trump diventi davvero il Prez degli USA: Don Trumpduck è un milionario picchiato nella zucca xchè ha un toupet mutante che in realtà è il solito invasore alieno. Gigione come è piace a tutti anche quando, apparentemente celiando, dice che arriveranno altri deliri tricologici a terraformare il pianeta trasformandolo in una pallina di pelo. Solo un Tizio ha capito quale è il pericolo e con una arma di ceramica lo affronta mentre gioca a Risiko con i suoi fans nella Trumpduck Tower. Prima di essere immobilizzato dalle bodugyards dai piedi palmati, Un Tizio riesce a lanciare un proietttile di Brillantina Linetti sulla chioma del suo antagonista. Il ciuffo esplode in una foresta lussureggiante e tutti scoppiano a ridere tanto che l'alieno per l'imbarazzo prende e se ne torna a casa.
    Una risata vi seppellirà. O almeno vi indicherà la via.
    Miniserie di tre. Spillato a colori. Di Rincione. O di Cavazzano.

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    1. Se ti può consolare, leggendo il libro sembra che diverse persone che ebbero a ridire con Disney riuscirono poi a collocarsi nel ramo, magari in imprese meno prestigiose che segnarono meno la storia del mezzo di comunicazione, ma son convinto la pagnotta la portassero a casa.

      Per quel che riguarda Shockdom... io gliela proporrei, son convinto che te la accettino. Puoi sceneggiarla, per le matite magari tirano fuori il nome grosso.

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